Politica in Italia. Edizione 2012 by Anna Bosco & Duncan McDonnell

Politica in Italia. Edizione 2012 by Anna Bosco & Duncan McDonnell

autore:Anna, Bosco & Duncan, McDonnell [Anna, Bosco & Duncan, McDonnell]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Politica, Pubblicazioni dell'Istituto Carlo Cattaneo
ISBN: 9788815309754
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2012-10-14T22:00:00+00:00


4. Draghi e la crisi finanziaria in Italia

Sia Draghi sia la BdI superarono bene il periodo successivo alla crisi finanziaria internazionale del 2007. Le competenze e l’esperienza di Draghi, nonché il suo ruolo al Fsb, erano congeniali alle sfide: il sistema bancario italiano era più tradizionale e solido della maggioranza degli altri, mentre i fallimenti nella lotta contro i cronici problemi nazionali della bassa crescita, della competitività debole e del debito pubblico elevato potevano essere attribuiti alla classe politica e offrivano a Draghi l’opportunità di assumere una veste pubblica come critico di tali insuccessi. Il dispiegarsi della crisi portò Draghi e la Banca a fare di più ciò che facevano meglio: stabilire rapporti transnazionali con le banche centrali, prendendo contestualmente le distanze dalla classe politica nazionale.

Nell’arco di vent’anni, Draghi aveva rivestito un ruolo importante nella riforma del sistema bancario italiano. Mentre era direttore generale del Tesoro negli anni novanta, la legge Draghi, dal nome del suo principale proponente, riformò il diritto societario e la normativa finanziaria italiana. Il sistema finanziario fu liberalizzato, e venne infusa nuova vita in un mercato borsistico anemico[18]. Allo stesso tempo, il sistema bancario venne privatizzato, modernizzato e consolidato[19]. L’apertura del sistema bancario alla proprietà estera accelerò con la nomina di Draghi a governatore della BdI, sotto la pressione degli altri Stati membri dell’Ue, della Commissione europea, dei mercati finanziari e delle crescenti critiche interne. Il sistema bancario italiano si stava allineando con quelli degli altri paesi dell’Ue, con l’acquisizione di importanti banche italiane da parte di istituti stranieri. Ultimo fattore, ma non meno importante, l’internazionalizzazione del mercato degli strumenti finanziari venne promossa dalla fusione della Borsa italiana con quella di Londra nell’ottobre 2007. Allo stesso tempo, le banche italiane iniziarono ad espandersi all’estero, principalmente tramite le proprie consociate.

In confronto ad altri Stati membri, includendo la Germania e i Paesi Bassi, l’Italia fu colpita meno duramente da questo primo stadio della crisi finanziaria. Nessuna banca italiana (o straniera operante in Italia) fallì o dovette essere salvata tramite un intervento diretto dello Stato. Questa relativa capacità di recupero è spiegata da due fattori[20]. In primo luogo, la BdI aveva continuato a coltivare i principi tradizionali dell’attività creditizia entro il sistema finanziario italiano. Perciò le banche italiane avevano una bassa esposizione diretta e indiretta ai mutui sub-prime statunitensi. Inoltre, le operazioni bancarie sul mercato della finanza strutturata erano relativamente limitate in confronto ad altri paesi europei. Le banche italiane possedevano una base di finanziamento ampia e stabile, un rapporto di indebitamento basso, portafogli patrimoniali tradizionali di alta qualità, pochi titoli tossici, e bassa dipendenza dal finanziamento interbancario su larga scala[21]. Queste condizioni favorevoli sono cambiate verso la fine del 2011, quando è diventato chiaro che le banche avevano un’esposizione molto elevata al debito pubblico nazionale, con effetti negativi sulla loro solidità finanziaria. Così le banche sono state coinvolte nella crisi montante del debito sovrano.

Il secondo fattore responsabile della capacità di recupero del sistema bancario italiano è stata la solida struttura di regolazione e vigilanza[22] unita al preesistente livello di protezione dei depositi, uno dei più alti al mondo.



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